Nel 1912 l’ingegner Baratta fondò la “Società Lunense Acqua e Forza” divenendone Consigliere Delegato. Alla costituzione parteciparono 49 soci fondatori, che sottoscrissero 5000 azioni del valore nominale di 100 (cento) lire cadauna con quote di taglio variabile tra 5 e 400 azioni, con una media circa 100 azioni a testa): si trattava di società a larga base azionaria.
Il capitale iniziale sottoscritto fu di 500.000 Lire, i soci fondatori furono ben 49, e l’oggetto sociale fu “la costruzione e l’esercizio d’impianti per utilizzazioni d’acque ad uso potabile, irriguo ed industriale e per produzione e utilizzazione d’energia”.
Successivi aumenti di capitale e la costituzione d’altre società del gruppo, hanno allargato la base azionaria che ha raggiunto 300 soci ai quali puntualmente, anche nei momenti più difficili, è stato distribuito il dividendo annuale.
1913
La svolta
Nel 1913 l'Ingegner Baratta ricevette la medaglia d'oro del Ministero dei Lavori Pubblici all'Esposizione Verdiana di Parma (Mostra dell'Appennino) per i progetti del Lagastrello, di Cedro, del Taverone, dell'Enza e del Brasimone.
Nello stesso anno, in relazione alla precaria situazione igienico sanitaria esistente alla Spezia, L’Amministrazione Comunale decise di bandire un pubblico concorso per la realizzazione di un nuovo acquedotto in grado di fornire 10.000 metri cubi al giorno di acqua potabile.
Furono presentati quattro progetti:
1. La Società Generale delle Acque per l'Estero, con sede a Parigi, prevedeva l'estrazione di acque sotterranee in località Vappa;
2. L'Ingegner Fausto Baratta prevedeva l'estrazione di acque dal subalveo del fiume Magra in località Fornola ed il convogliamento sino alla Città
3. L'Azienda Municipalizzata dell'Acquedotto della Spezia prevedeva l'utilizzazione di acque superficiali del fiume Magra e Vara con potabilizzazione ad ozono;
4. L'Ingegner Mauro Duchini prevedeva la derivazione delle acque sorgive in località Chiesaccia in Garfagnana ed il successivo convogliamento a Spezia.
La Commissione esaminatrice dei progetti fu presieduta dal Professor Giovanni Capellini ed aveva tra i componenti il Professor Giuseppe Colombo del Politecnico di Milano, noto per aver pubblicato il famoso “Manuale degli Ingegneri”.
La commissione terminò i lavori nel 1914 e propose al Comune della Spezia il progetto Baratta, così concludendo “…il progetto, le ricerche e gli studi compiuti in modo assiduo ed encomiabile dal progettista Ingegner Fausto Baratta hanno portato al completamento del progetto senza variarne il costo stabilito, ed il progetto stesso è sufficientemente studiato e pronto alla pratica attuazione. Inoltre lo straordinario aumento dei prezzi dei macchinari, delle tubazioni e dei lavori in generale, mantenendo la Società Lunense inalterato il prezzo offerto, rappresenta un notevole sconto del quale è doveroso che il Comune tenga il debito conto.” Nello stesso anno l’Ingegner Baratta fu insignito della Medaglia d’oro al valor civile che gli venne consegnata all’Esposizione Internazionale d’Igiene di Genova, dove presentò il progetto esecutivo dell’acquedotto della Spezia.
1915
Acquedotto di Fornola
Nel 1915 iniziarono i lavori di costruzione dell’Acquedotto di Fornola, che nel 1916 era già in grado di rifornire parte della città della Spezia e le strutture della Marina Militare, compreso il frigorifero militare di San Bartolomeo, attraverso una rete di tubazioni di oltre dodici chilometri, con acqua proveniente da sedici pozzi tubolari trivellati in sponda destra del fiume Magra. L’acqua venne convogliata in due serbatoi di forma circolare di diametro di 30 metri e capacità di circa 5.000 metri cubi l’uno costruiti sui Colli, al di sopra della Batteria dei Cappuccini, all'epoca adibita a convento dei frati. I serbatoi, realizzati in cemento armato, sono tuttora funzionanti.
Successivamente l’acquedotto della Città della Spezia è stato potenziato adeguatamente e dagli iniziali 10.000 mc/giorno, ha raggiunto la potenzialità di 15.000 mc/giorno nel 1925 con la costruzione di una tubazione in ghisa del diametro di 300 mm e di alcuni pozzi, di 20.000 mc/giorno nel 1929 con la costruzione di una centrale di rilancio in località Boschetti, di 30.000 mc/giorno nel 1934 con la realizzazione d nuovi pozzi e di una nuova tubazione da Fornola a Spezia del diametro di 350 mm, di 40.000 mc/giorno nel 1939 con la costruzione di una tubazione del diametro di 500 mm da Fornola a Spezia e di nuovi pozzi, che raggiunsero il numero di quarantotto, del diametro di 4-6 pollici (100-150 mm) e che alimentavano le centrali Elettrica, Termica e “Ghiacciaia”.
Nel 1975, il Comune affidò ad AMGA (Azienda Municipalizzata Gas Acquedotto) poi ACAM (Azienda Consorzio Acqua Metano) la gestione dell’acquedotto: i pozzi, negli anni ’90, furono eccessivamente forzati negli emungimenti di acqua potabile ed iniziarono ad erogare acqua salmastra, per cui dovettero essere rapidamente abbandonati. In quel periodo Società Acquedotti Tirreni provvide al rifornimento di acqua per Lerici.
1923
Acquedotto del Comune di Lerici
Nel 1923 è stato progettato dall’Ingegner F. Baratta l’Acquedotto del Comune di Lerici. Prevedeva d’alimentare i 9.396 abitanti del Comune, con la costruzione di tre pozzi in località Romito, di tubazione diametro 200 mm sino a Barcola con galleria-serbatoio per trasferire l’acqua potabile nella vallata a mare attraverso due tubazioni una per Lerici ed una per San Terenzo, mentre un impianto di risollevamento al Guercio avrebbe rifornito le frazioni della Serra e di Pugliola.
I lavori iniziati dalla Società Acquedotti Tirreni nel 1924, furono terminati nel 1927, e la gestione dell’acquedotto proseguì sino al 1975, con successivo passaggio gratuito degli impianti al Comune.
Nel 1975, il Comune affidò ad AMGA (Azienda Municipalizzata Gas Acquedotto) poi ACAM (Azienda Consorzio Acqua Metano) la gestione dell’acquedotto: i pozzi, negli anni ’90, furono eccessivamente forzati negli emungimenti di acqua potabile ed iniziarono ad erogare acqua salmastra, per cui dovettero essere rapidamente abbandonati. In quel periodo Società Acquedotti Tirreni provvide al rifornimento di acqua per Lerici.
1924
Acquedotto del comune di Arcola
Nel 1924 fu elaborato il progetto relativo all’acquedotto del Comune di ARCOLA (SP): i lavori di costruzione, iniziati nel 1927 e terminati nel 1928, furono eseguiti dalla Società Acquedotti Zona Orientale, appartenente al gruppo Baratta. La gestione da parte della Società proseguì sino al 1975, con potenziamenti notevoli nel corso degli anni (la portata raggiunse i 40 litri al secondo) e, successivamente, passò ad AMGA.
1928
Acquedotto di Vezzano Ligure
Nel 1928 fu costruito l’acquedotto di VEZZANO LIGURE (SP) che, alla fine dell’anno successivo, erogava acqua potabile a contatore alle singole utenze private. L’acquedotto fu progettato dall’ingegner Baratta e fu costruito e gestito dalla società Acquedotti Zona Orientale. L’impianto era costituito da pozzi a Fornola, da una tubazione in ghisa del diametro di 150mm, da una centrale pompe di sollevamento e da un serbatoio “in quota” della capacità di 200 mc. Nel 1972 la gestione passò dalla Società Acquedotti Tirreni al Comune, che in seguito la affidò ad AMGA.
1929
Acquedotto del Comune di Portovenere
Nel 1929 l’Ingegner Baratta progettò per conto della Società Acquedotti Tirreni l’acquedotto del Comune di PORTOVENERE (SP). Furono costruite due centrali pompe in località Fabiano Basso ed in località Fezzano, una galleria con funzioni di serbatoio (della capienza di 300 mc) a 88 metri sul livello del mare in località Pezzino, ed una tubazione in ghisa del diametro di 150mm lunga 4800 metri, in grado di convogliare l’acqua necessaria a soddisfare le esigenze di 6.970 abitanti residenti, compresi i 489 abitanti delle isole Palmaria e Tino, che sino allora si rifornivano da piccole sorgenti locali, del tutto inadeguate a soddisfare le loro esigenze.
Il nuovo acquedotto, convogliava acque provenienti dalla zona pozzi di Fornola e fu inaugurato, con solenne cerimonia pubblica, nel dicembre 1929 con l’apertura di uno zampillo presso la porta del borgo antico di Portovenere.
Successivi potenziamenti furono effettuati negli anni ’60 con la posa in opera di nuove tubazioni tra cui una doppia condotta sottomarina in polivinilcloruro (PVC) tra Portovenere e l’isola Palmaria.
L’acquedotto fu gestito sino al 1972 dalla Società Acquedotti Tirreni) e successivamente da AMGA.
1930
Acquedotto della Città di Sarzana
Nel 1930 fu progettato e realizzato dalla Società Acquedotti Zona Orientale del Golfo, appartenente al gruppo Baratta, l’acquedotto della Città di Sarzana, che, al suo completamento, fu in grado di erogare 12 litri al secondo. La Città di Sarzana, fino al 1929, utilizzava a scopo potabile alcune piccole sorgenti e le acque prelevate dal subalveo del torrente Calcandola: queste fonti, però, garantivano una portata limitata soprattutto nel periodo estivo.
Negli anni ’70 Società Acquedotti Tirreni progettò e costruì una nuova zona pozzi con quattro pozzi muniti di elettropompe sommerse da 20 litri al secondo, capaci di erogare 7.000 metri cubi di acqua potabile al giorno. Quest’acqua, per le sue caratteristiche e per la modalità di prelievo, non necessitava di alcun trattamento di potabilizzazione. Negli anni 70 la gestione dell’acquedotto e della zona pozzi passò al Comune di Sarzana, e successivamente ad ACAM.
1932
Acquedotto di Camaiore
Nel 1932, in seguito di approfonditi studi idrogeologici, l’Ingegner Baratta presentò il progetto per la costruzione dell’acquedotto di Camaiore: con la costruzione di questo acquedotto fu possibile, sfruttando le acque profonde presenti in località Camaiore, fornire di acqua potabile i cittadini residenti nei Comuni di Camaiore, Pietrasanta e Forte dei Marmi.
L’acquedotto venne costruito nel 1933 e fu gestito da Società Acquedotti Tirreni fino al 1985: in quell’anno la gestione passo a VEA (Versilia Acque) e, oggi, gli impianti sono gestiti da Gaia S.p.A.
Nel 1932, affiancando gli Ingegneri Giovanni Puccio e Giuseppe Orsi, entrò in qualità di Direttore Tecnico della Società Acquedotti Tirreni S.p.A. l’Ingegner Ettore Antonelli, che ricoprì questo ruolo sino al 1956, anno in cui divenne Presidente.
1940
Durante la Seconda Guerra Mondiale
Negli anni tra il 1940 e il 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale, la Società Acquedotti Tirreni S.p.A. continuò ad erogare il servizio in maniera continuativa e regolare, nonostante non ci fosse stata alcuna entrata da parte degli utenti e la sede in Via XX Settembre fosse stata oggetto di bombardamenti. Questo fu possibile grazie all’impegno e al difficile lavoro dell’Ingegner Ettore Antonelli e di tutti coloro che hanno lavorato con lui nello spirito di salvaguardare la possibilità per la popolazione di approvvigionarsi di acqua potabile.
1948
Muore l’Ingegner Fausto Baratta
Nel 1948 muore l’Ingegner Fausto Baratta: “…ho sopportato con rassegnazione molti dolori, ho lavorato intensamente e onestamente... Muoio nel grembo della Religione Cattolica. Raccomando ai miei figli di aver fiducia in Dio e di non indugiare soverchiamente nel dolore...” furono le ultime frasi del suo Testamento.
1961
L’Ingegner Arrigo Antonelli è Amministratore Delegato S.A.T.
Nel 1961 entrò in S.A.T. l’Ingegner Arrigo Antonelli, che affiancò l’Ingegner Mauro Foce, figlio del Ragionier Angelo Foce che fu Consigliere Delegato e poi Presidente fino al 1975. L’Ingegner Arrigo Antonelli è l’attuale Amministratore Delegato della Società.
1963
Tellaro, San Terenzo e Lerici alimentate da cinque nuovi pozzi.
Nel 1963 fu costruita da SOCIETA’ ACQUEDOTTI TIRRENI una nuova tubazione in acciaio del diametro di 300 mm dalla zona pozzi di Romito a Barcola, e nuove tubazioni di distribuzione per Tellaro, San Terenzo e Lerici, alimentate da cinque nuovi pozzi. La portata raggiunse 12.000 mc/giorno, pari a 135 litri al secondo.
1970
Nuova zona pozzi per alimentare Viareggio
Nel 1970, per alimentare la Città di Viareggio, SOCIETA’ ACQUEDOTTI TIRRENI ha realizzato una nuova zona pozzi in località Frati di Camaiore ed una tubazione diametro 400-500 mm capace di convogliare in rete oltre 200 litri al secondo: questi, aggiunti all’acqua di Stiava, permisero di alimentare adeguatamente le utenze della città.
Il suddetto impianto è stato gestito da SOCIETA’ ACQUEDOTTI TIRRENI SpA sino al 1997.
1971
Nuova zona pozzi a Ressora
Nel 1971 SOCIETA’ ACQUEDOTTI TIRRENI ha realizzato, in tempi brevissimi, una nuova zona pozzi a Ressora e una tubazione d’acciaio del diametro di 400mm per collegare Ressora e La Spezia:, questa linea rifornisce, tra gli altri, la Marina Militare in località San Bartolomeo e le zone alte del Muggiano.
1972
Realizzato l’acquedotto per Ameglia, Marinella e Marina di Carrara
Nel 1972 la SOCIETA’ ACQUEDOTTI TIRRENI SPA, ha realizzato l’acquedotto per Ameglia, Marinella e Marina di Carrara, con posa di tubazione d’acciaio diametro 450-500mm tutt’ora in attività. Questa linea viene alimentata da pozzi ubicati a Ressora.
1973
Dal 1973 ad oggi
Dal 1973 ad oggi la storia di SOCIETA’ ACQUEDOTTI TIRRENI SPA continua con importanti realizzazioni in ambito acquedottistico, energetico ed edile oltreché con la gestione ordinaria di servizi di prelievo, adduzione e distribuzione di acqua potabile e/o industriale nelle regioni Liguria e Toscana.